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Il clima abruzzese è fortemente condizionato dalla presenza dell'Appennino Centrale, che divide in maniera netta la fascia costiera e le aree subappenniniche orientali dalle
zone interne occidentali.
Anche le precipitazioni risentono fortemente della presenza delle
dorsali montuose e dei massicci, principalmente disposti secondo la direzione NO-SE.
Le prime zone presentano
caratteristiche climatiche di tipo sublitoraneo e mediterraneo, con
temperature che decrescono progressivamente con l'altitudine e
precipitazioni che aumentano invece con la quota (basti citare a tale
proposito Pescara, che a circa 10 m s.l.m. ha temperature medie di circa 15 °C e piogge annuali intorno ai 700 mm, e Chieti,
che, posta su un colle a 330 m s.l.m., pur presentando temperature
medie simili, registra precipitazioni molto più copiose, con valori
annui di circa 1000 mm).
In inverno in tali aree, nonostante la presenza mitigatrice del mare, sono possibili ondate di freddo provenienti dai Balcani con neve
anche in prossimità del mare; gli inverni dunque, a differenza delle
coste tirreniche poste alla stessa latitudine, sono generalmente più
rigidi a causa dell'esposizione di tali zone alle correnti fredde
provenienti dell'Est europeo.
Addentrandosi verso l'interno il clima si fa via via più
continentale e, sui rilievi più alti, di montagna: la provincia che più
presenta tali caratteristiche climatiche è quella de L'Aquila, seguita da quelle di Teramo e Chieti.
In inverno nelle zone interne, specialmente nella Conca Aquilana e
nella Marsica, e, in misura minore, nella valle Peligna, le gelate sono
frequenti, diffuse e intense con il termometro che in determinate
conche montane di origine glaciale o carsico-alluvionale come Campo Imperatore, Campo Felice e l'Altopiano delle Cinque Miglia può scendere ripetutamente anche al di sotto dei 25 °C sotto zero nel corso dell'anno. Anche la Piana del Fucino,
in condizioni di innevamento al suolo e ondate di freddo
particolarmente intense, può raggiungere minime ugualmente molto basse
e quasi da record: nel 2002 ad Avezzano
centro si sono raggiunti -19 °C e sono stati riportati valori fino a
-33 °C nella Piana adiacente lontano da isole di calore; mentre nel 1985 -26 °C ad Avezzano centro e -32 °C a Telespazio.
D'estate la continentalità delle zone interne più basse favorisce temperature elevate (massime tra i 30 e i 35 °C, a Sulmona
anche 38 °C) ma con scarsa umidità, mentre le zone più alte presentano
estati miti, con valori che tendono a decrescere con l'altitudine. Le
zone costiere hanno temperature in linea con quelle delle coste
tirreniche a pari latitudine (Chieti-Pescara circa 24 °C).
Anche le precipitazioni risentono fortemente della presenza delle
dorsali montuose appenniniche della regione: aumentano con la quota
risultando più abbondanti nel settore e sui versanti occidentali,
decrescendo invece verso est e sui versanti montuosi esposti ad
oriente. Spesso le coste adriatiche rimangono in ombra pluviometrica da
ovest per l'effetto di sbarramento dell'Appennino, subendo l'azione dei
venti miti da esso discendenti (garbino).
I minimi pluviometrici annui si riscontrano però in alcune vallate
interne, notevolmente riparate dalle perturbazioni per l'azione di
blocco delle dorsali montuose, come la Valle Peligna, o la valle del
fiume Tirino, che in alcuni punti (Ofena, Capestrano)
registra a stento 500 mm, e non lungo le coste dove non scendono mai
sotto i 600 mm: imfatti se il teramano risulta relativamente poco
irrorato dalle piogge (Teramo meno di 800 mm), a Chieti si supera il metro raggiungendo i livelli massimi dell'area adriatica, mentre tra Ortona e Vasto diminuiscono nuovamente.
I massimi pluviometrici si riscontrano invece nei massicci montuosi
posti al confine con il Lazio, maggiormente esposti alle perturbazioni
atlantiche, e si aggirano sui 1500-2000 mm (nel 2008 Pescasseroli ha fatto registrare un valore record intorno ai 2200 mm).
In inverno le precipitazioni sono per lo più nevose dalle quote
medie in su e occasionalmente anche a quote più basse fin sulle coste
in occasione di eventi freddo-umidi (episodi di 'burian' e 'rodanate').
Le precipitazioni sono mediamente distribuite nelle stagioni
intermedie e in quella invernale con un'unica stagione secca, quella
estiva. La distribuzione dei venti segue invece le dinamiche
meteorologiche e presenta caratteristiche spiccatamente occidentali e
in parte meridionali (libeccio e scirocco) durante il periodo autunnale
e primaverile con tendenze settentrionali e orientali durante il
periodo invernale.
Testi tratti da Wikipedia.
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